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WONKA VINTAGE POP

BY GIULIA WONKA

Il Met Gala

Ogni primo lunedì del mese di maggio assistiamo al Met Gala, l’evento che segna l’apertura della mostra annuale di moda del Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York.Faceva parte insieme a Gruff (dj, beatmaker, rapper e produttore) di uno storico collettivo locale, i The Place To Be, tra i cui componenti spiccava un’altra leggenda: Next One.

Il tema della serata si rifà alla mostra che aprirà le porte al pubblico il giorno successivo alla sfarzosa manifestazione; quest’anno, per esempio, è dedicata al leggendario stilista Karl Lagerfeld che, dal 1954 fino alla sua morte nel 2019, ha rivoluzionato e influenzato il mondo della moda realizzando modelli memorabili per i marchi più prestigiosi tra i quali Chanel, Fendi, Balmain e Chloé.

Come qualsiasi evento mondano, il galà non è solo una raccolta fondi, ma l’occasione per stilisti e persone appartenenti al jet set di mettersi in mostra e far parlare di sé. Tra scandali e gossip ripercorriamo insieme alcuni dei momenti che sono passati alla storia del Met Gala.

L’ascensore
È la sera del Met Gala del 2014, in un ascensore ci sono Jay-Z, Beyoncé e sua sorella Solange. No, non è una barzelletta, ma una delle storie più chiacchierate legate all’evento: dopo circa una settimana trapelano online le immagini di sicurezza dell’ascensore del The Standard Hotel di New York dopo l’after party, immagini che vedono Solange Knowles, graffiare, prendere a calci e inveire contro suo cognato Jay-Z mentre sua sorella resta a guardare.

Il motivo? Ufficialmente ancora ignoto, nonostante ciascun membro della famiglia si sia scusato prendendosi le proprie responsabilità, esistono varie teorie, nessuna di queste ovviamente è confermata.

La più accreditata è che Solange sia sbottata dopo anni di false promesse del produttore che le assicurava che l’avrebbe aiutata a far decollare la sua carriera artistica, salvo poi tirarsi indietro.

Un’altra, molto popolare ma altrettanto molto poco certa, è che a scatenare la sua rabbia siano stati i continui pettegolezzi sui tradimenti di Jay-Z nei confronti di Queen B. Veri o presunti che siano sembra non abbiano peso all’interno della famiglia Carter dato che, a distanza di nove anni, sembrano più belli, felici e soprattutto potenti che mai.

E se a loro non interessa, alle persone che leggono dal divano queste notizie diciamo “croccanti” piacciono sempre, eccome se piacciono.

Bad girls
Trattandosi di un evento esclusivo, il Met Gala ha delle regole ferree, tra queste il divieto assoluto di scattare fotografie e di fumare negli spazi chiusi come indica la legge dello stato di New York.

Ebbene, Bella Hadid, Dakota Johnson e Paris Jackson appartengono alla lista di invitati che hanno infranto queste regole e che, poco furbamente aggiungerei, hanno documentato il tutto.

I selfie scattati nel bagno del Met Gala nel 2017 rimarranno sempre iconici, ma il fatto che le celebrità presenti in foto fossero intente a fumare una sigaretta ha sconvolto i donatori e i membri del consiglio di amministrazione del Met tanto da rivolgersi alla direttrice di Vogue e presidentessa dell’evento Anna Wintour chiedendo provvedimenti e portando persino la dottoressa Mary Bassett, commissario per la salute della città, a scrivere una lettera in cui rimprovera le celebrità per aver fatto del “fumo il loro accessorio di moda” e per essere colpevoli di aver esposto gli altri invitati al fumo passivo.

“Complete B*tch”
Nel 2016 Demi Lovato è arrivata sul red carpet con un abito Moschino disegnato da Jeremy Scott che, per quella sera, aveva vestito anche Nicki Minaj.

Come accade in queste circostanze, i tre si sono prestati ai fotografi per alcuni scatti, utili anche per aggiornare il loro feed Instagram l’indomani.

Ed ecco qua: la rapper ha pubblicato una delle foto sul suo profilo, senza però taggare la collega.

I fan di Demi hanno subito attaccato Nicki, ma sembra che lei non l’abbia presa così male dato che ha commentato con un’emoji che ride, un segno di pace e un pollice in su.

Tutto è bene quel che finisce bene penserete voi, un semplice fraintendimento.

Chiaramente no. Demi pubblica su Snapchat un selfie con l’aria perplessa e la scritta “quando non vieni menzionata in un post ma non hai fatto niente di male a quella persona”, la tocca piano insomma.

Per finire, evidentemente infastidita, pubblica un altro scatto che ritrae i tre: lei è un passo indietro rispetto a Jeremy Scott e Nicki sembra lanciarle un’occhiataccia, alimentando quindi i rumors su una presunta faida.

A distanza di due anni parlerà di quella serata come un’esperienza terribile, anche a causa di una “complete b*tch”, dichiarando che non avrebbe mai più partecipato all’evento per quanto si sia sentita fuori luogo.

“Questo Festival è truccato! Lo vince Fausto Leali!”
Perdonatemi la citazione da Sanremo ma non sono riuscita a trattenermi. Se c’è una categoria di cui noi italiani ci intendiamo veramente è quella dei disturbatori: da Paolini alla signora che grida “maledetiii” davanti a Montecitorio passando per il già citato Cavallo Pazzo (Mario Appignani).

E come in ogni evento che si rispetti anche al Met, nel 2016, c’è stata un’incursione da parte di un uomo che indossava solo un mankini rosa e una collana d’oro.

Ha iniziato a correre verso gli ospiti che si preparavano per i fotografi, ma, sfortunatamente per lui, la polizia è riuscita a intercettarlo e bloccarlo prima che il suo piede potesse toccare il suolo sacro delle celebrità. Bello mio, ne devi mangiare di cereali sottomarca (semicit).

L’imbucato
Come già detto e ridetto, l’evento è uno dei più esclusivi dell’anno, gli inviti gestiti in modo rigoroso e selezionatissimo dalla direttrice di Vogue America, Anna Wintour.

Pare impossibile dunque imbucarsi, ma proprio quest’anno uno scaltro scarafaggio si è fatto largo tra la folla evitando di farsi pestare da invitati e fotografi e rubando la scena a personaggi del calibro di Rihanna e Dua Lipa.

E se persino uno scarafaggio fa notizia, ah dove andremo a finire signora mia.

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Dancing with MonnElisa

BANKSY
Borodyanka, Ukraine, 2022

BY ELISA PEANO

Banksy è uno dei più grandi esponenti della street artist attualmente in attività. Non si conosce l’identità di quest’ artista, le ipotesi sono diverse, ma l’unica informazione certa è la sua nazionalità britannica, probabilmente di Bristol, perchè lì sono comparse le prime opere sui muri. Banksy è fuori dalle regole: con i murales e disegni per le strade delle città muove una forte critica alla società attuale, punta a fare riflettere, denunciare e sa essere incisivo, ma allo stesso tempo ironico.

Tratta tematiche che spaziano dalla critica alla religione, come nel La Madonna con la Pistola a Napoli, in cui la Madonna è raffigurata con i contorni di un revolver al posto dell’ aureola; alle assurdità della società, come Sweep it Under the Carpet, in cui un cameriere nasconde tutto lo sporco sotto il tappeto, critica così il comportamento del governo inglese riguardo il problema dell’AIDS; fino a parlare di guerra, come in Il Lanciatore di fiori, murale che compare a Gerusalemme e ritrae un uomo che lancia dei fiori al posto di una bomba.

L’artista realizza i murales con lo stencil, tecnica di cui è uno dei principali interpreti contemporanei. Ciò permette di creare un’opera in breve tempo prima di un eventuale arrivo delle forze dell’ordine. Banksy prepara in anticipo lo stencil e decide il luogo in cui replicherà il murale, deve poi solo poggiare sulla superficie la sagoma e riempirla con il colore.

Lo street arter non autorizza le mostre dedicate ai suoi capolavori, ma non le vieta, perchè la divulgazione del suo messaggio fa parte del progetto dell’artista, egli crede che l’arte debba essere di tutti quindi qualsiasi mezzo di comunicazione e propagazione è per lui consentito.

Bansky ha deciso di lasciare la sua impronta anche in Ucraina, luogo di guerra e devastazione ormai da più di un anno. L’artista ha scelto Borodyanka come tela dei suoi murales che fanno il giro del web a novembre 2022. Egli stesso pubblica su Instagram, dove periodicamente ricompare con alcune sue nuove opere, l’immagine diventata simbolo dell’ingiustizia della guerra nei confronti dei più giovani: una ginnasta che fa una verticale su un muro distrutto dai bombardamenti.

Non è l’unico murale in Ucraina, Banksy realizza anche una ballerina con un nastro che sta in equilibrio su un edificio distrutto dal conflitto. Queste immagini, che viste da vicino possono sembrare semplici rappresentazioni di due donne che esercitano la loro passione o professione, contestualizzate nel contorno della città mostrano come l’atrocità della guerra non abbia risparmiato nessuno, ma dall’altra parte ci fa rendere conto dell’immensa fortuna che abbiamo nel poter coltivare una passione o esercitare la nostra professione in un edificio che non è stato distrutto da bombe.

Banksy è tutto questo, sottile ed essenziale ma sa colpire nel segno, un Ungaretti contemporaneo della street art.

https://www.instagram.com/__elisapeano

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LA JAM

BY STRITTI

La Jam è la celebrazione più alta della Cultura Hip Hop e a fine anni 80 quando incontrai la scena dorica partecipai alle prime Jam locali organizzate il più delle volte da IronGlass ma ricordo vivamente quella della King Joker Kru dove ognuno di noi mostrava il meglio del proprio arsenale artistico e Lilfly mi folgorò con le sue meravigliose skillz.

Vedevamo NextOne, Emilio, Led, Crash Kid, Scacio, Gruff e tanti altri e sognavamo di incontrarli o poter imparare da loro. Si organizzavano in Palestre o grandi stanze dove si potevano contenere un centinaio di persone. Erano Jam sopratutto per il Breaking, in quella di Mantova si riuscivano a vedere le prime tecniche serie sui piatti, in altre rappare Mc Shark con Ice One o Masterfreez. La prima vera Jam a cui ho partecipato è stata il “The Jam” a Roma nel 1992, organizzata al Palladium, un bellissimo locale della Capitale.

Un’esperienza incredibile dove conobbi tantissimi Hip Hoppers da tutta Italia.

Mi sentivo al Roxy come in Beat Street, una sensazione che aspettavo da 9 anni.

Da quel momento le Jam diventarono una costante negli anni a venire, le più iconiche che ricordo sono state l’Indelebile a Rimini, la prima edizione del 94 è stata incredibile, 3 giorni di Hip Hop in tutte le sue forme dove molti personaggi della scena che diventarono simboli si affacciavano per la prima volta a livello nazionale tipo il Piotta con i Colle der Fomento, Sottotono, Word e naturalmente la conferma della loro epicità come i Next Diffusion, Sangue Misto, Lou X etc…

Seguì un’altra edizione divise in tre giornate che cadevano mensilmente nell’estate del 95, lo stesso anno arrivò la prima edizione del Juice che preparava ad un secondo appuntamento l’anno successiva con l’edizione che la rese mitologico con un boom di presenze ed avrebbe partecipato tutta la scena.

Ricordo lo Zulu Party del 95 a Venezia, La prima edizione dell’Hip Hop Village a Torino lo stesso anno o il Mic Check che ebbe parecchie edizioni negli anni successivi. Il Flava of the Year a Bologna, Quartieri a Roma con Common, il Gusto Dopa nel Salento, Aelle Jam, Dal Vero a Milano, il Bboy Event a Bologna e tantissime altre.

Lo spirito originale della Cultura Hip Hop si ritrova in questa manifestazione dove oltre a mostrare le proprie Skillz il punto focale era il socializzare con chi la pensava come te, al tempo nn eravamo tantissimi come oggi, li trovavi tutto, la condivisione, la sfida ma anche l’amicizia, i miei amici più importanti sono quelli conosciuti in questo ambito, le amicizie più vere e sincere.

Oggi ci sono almeno un paio di manifestazioni ogni fine settimana, per lo più contest o workshop e la scena scena è molto diversa da quel periodo che erano gli 80 fino ai primi del 2000.

Al tempo le Jam erano di numero inferiore erano organizzate una al mese al massimo ogni due, e gran parte della scena era sempre presente quindi ogni volta trovavi spesso le stesse persone creando un’ambiente familiare.

Io organizzo la Foundation Jam dal 2006 cercando preservare quello spirito originale e negli ultimi anni stanno aumentando tipo il “The Jam 2” o quelle organizzate da Angelino perché manca quella magia, diversificare la proposta trovando una giusto equilibrio tra vecchie e nuove tendenze, evolversi e preservare.

Hip Hop Don’t Stop.


LO SAPEVI CHE..

Wake Me When I’m Free: il nuovo museo dedicato a Tupac

Wake me When I’m Free è il titolo del nuovo museo a tiratura limitata che affronterà a 360 gradi la vita e le opere di Tupac Shakur.

Il rapper e attivista Tupac Shakur è stato uno dei personaggi più influenti e controversi della scena musicale degli anni ’90. La sua musica e la sua personalità hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare, ispirando intere generazioni di artisti e appassionati di musica.

Wake me When I’m Free è un museo unico nel suo genere, dedicato a raccogliere, esporre e preservare la storia e l’eredità di Tupac Shakur. Il museo è progettato per offrire ai visitatori un’esperienza immersiva e coinvolgente attraverso una vasta gamma di esposizioni, installazioni audio e video, documenti e oggetti personali del rapper.

Le esposizioni del museo copriranno l’intera vita di Tupac, dalla sua infanzia difficile a New York City, alla sua ascesa alla fama come rapper della costa occidentale, fino alla sua tragica morte a soli 25 anni. I visitatori potranno esplorare la sua musica, i suoi testi e la sua carriera cinematografica, nonché la sua attivismo politico e sociale.

Ma il museo non si ferma qui. Wake me When I’m Free offrirà anche un’analisi critica del contesto culturale e sociale in cui Tupac ha vissuto e creato la sua arte, esaminando i problemi di razzismo, povertà e violenza che hanno plasmato la sua vita e la sua musica.

Il museo è stato progettato con una tiratura limitata, con l’obiettivo di creare un’esperienza intima e immersiva per i visitatori. Questo permetterà di mantenere l’autenticità e l’integrità dell’esperienza museale, consentendo ai visitatori di entrare in contatto diretto con la vita e le opere di Tupac.

Wake me When I’m Free è un museo che rappresenta un omaggio unico a uno dei più grandi artisti della musica rap, offrendo ai visitatori un’esperienza indimenticabile e una comprensione più profonda della sua vita e della sua arte.


A.A. 2023/2024

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STUDIO21 PLAYLIST by Nikita